I SETTARI VEGLIESI (RISORGIMENTO VEGLIESE #2)
di Antonio De Benedittis
Con la sconfitta di Napoleone a Waterloo, nel giugno 1815, si chiuse definitivamente la lunga stagione delle guerre, imposta dalla Francia rivoluzionaria e napoleonica alla vecchia Europa. Ebbe inizio così l’età della “Restaurazione” ossia della ricostituzione del vecchio ordine feudale, riportando sul trono gli stessi sovrani spodestati da Napoleone i quali vollero ripristinare gli antichi diritti dell’ancien règime.
Per fermare questo processo, si diffusero i nuovi fermenti rivoluzionari e si costituirono le società segrete con il compito primario di divulgare i principi di fratellanza e di progresso in opposizione all’oppressione del governo; gli iscritti aspiravano soprattutto alla libertà politica e a un governo costituzionale.
I risultati non tardarono ad arrivare: il 13 luglio 1820 re Ferdinando I si vede costretto a concedere la costituzione al popolo napoletano; l’euforia però dura poco perché il 7 marzo 1821, dopo poco più di nove mesi (c.d. nonimestre) le truppe austriache su mandato della Santa Alleanza, a cui si era rivolto lo stesso re Ferdinando, sconfissero i rivoltosi nella battaglia di Rieti-Antrodoco, soffocando nel sangue le legittime aspirazioni del popolo alla libertà e all’indipendenza diffuse dalla rivoluzione francese e agitate dai liberali avversi all’assolutismo monarchico: come conseguenza immediata fu la revoca della costituzione.
Ristabilito l’assolutismo, prima cura dei Borboni fu di reprimere e di estinguere definitivamente la Carboneria, come quella che aveva provocato il rivolgimento politico del 1820. Moltissime furono le esecuzioni, le carcerazioni e gli esili.
Dopo il 1821 l’attività della Carboneria cominciò a diminuire ed il suo declino fu determinato principalmente dalle reazioni, dalle denunzie e dalle basse vendette portate avanti dagli stessi settari, gli uni contro gli altri.
Negli anni a seguire la polizia borbonica, diffidente fino all’inverosimile, continuava a tenere sotto stretta sorveglianza tutte le persone segnalate dalle spie, quelle che avevano fatto parte delle disciolte sette carbonare o semplicemente sospettate di avervi appartenuto.
Il lavoro che segue, riferito ai settari vegliesi, ne è un esempio.