ALBO D’ORO DEI CADUTI VEGLIESI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
di Antonio De Benedittis
ALBO D’ORO DEI CADUTI VEGLIESI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE E NOTIZIE SULLA STORIA DEL “PARCO DELLA RIMENBRANZA” DI VEGLIE
Ai piccoli perché sappiano, ai grandi perché rammentino
Una “inutile strage”, così Papa Benedetto XV, con una Nota di pace diretta alle nazioni belligeranti aveva definito la guerra che si stava combattendo e che stava coinvolgendo le principali potenze.
Al momento dello scoppio del conflitto nel 1914 l’Italia si era proclamata neutrale; l’anno dopo, cedendo alle pressioni degli interessi favorevoli alla guerra (in primo luogo la grande industria metallurgica e metalmeccanica), l’Italia – benché non fosse aggredita – entrò ugualmente in guerra dalla quale, dopo 43 mesi di aspre battaglie, ne uscì vittoriosa ma con il pagamento di un prezzo altissimo in termine di perdita di vite umane e di risorse, ed a cui seguirà una grande crisi sociale.
Questo sta a significare, se mai ce ne fosse bisogno, che quando si fa una guerra non ci sono mai né vinti né vincitori; una guerra è sempre una sconfitta per tutti.
Altissimo è stato il prezzo pagato anche dalla nostra Veglie; sfogliando l’Albo dei caduti formato dal comune di Veglie nel 1923 e ancor più quello formato dall’ex Ministero della guerra (oggi consultabile on-line), ne abbiamo contati 84, che qui di seguito trascriviamo i loro nomi unitamente all’evento nefasto che ha causato la loro morte o la loro dispersione. Leggendo il luogo dove sono caduti o dove si sono dispersi, ci accorgiamo che i “nostri fanti” erano presenti in tutti i luoghi dove si sono svolte le più aspre battaglie: li troviamo presenti sull’Isonzo, su monte San Marco, sul San Michele, sul Pasubio, sul Cimone, sul Naso del Podgora, ecc., e infine li troviamo euforici mentre attraversano il Piave.
Il nostro comune, seguendo l’esempio di tutti i comuni italiani, appena finita la guerra ha creato un parco, definito “della Rimembranza” proprio per ricordare il sacrificio di questi martiri, al centro del quale era stato costruito un Monumento in pietra leccese avente alla base una lapide con i nomi di tutti i caduti, oggi andata distrutta; all’interno del parco erano stati piantati numerosi alberi di pino selvatico ognuno dei quali aveva inchiodata sul tronco una targa in ottone recante il nome di ogni Caduto.
Oggi non c’è più niente: immolati ad una non meglio definita modernità sono stati tagliati gli alberi di pino selvatico, sono sparite le targhe in ottone, è stato smantellato il vecchio Monumento ai Caduti.
Per ricordare queste testimonianze andate distrutte riportiamo qui di seguito, unitamente all’ALBO D’ORO DEI CADUTI, i momenti salienti rilevabili dalle deliberazioni originali del consiglio comunale, che hanno determinato la costruzione prima e la distruzione poi.
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29 Ottobre 2021
Per fortuna che a Veglie ci sono ancora Persone coscienti e valide, che senza percepire niente si impegnano a fare conoscere e tramandare storia, tradizioni e quant’altro, possa servire a ricordare tutto ciò è avvenuto nella nostra piccola-grande cittadina che è VEGLIE.